Visite: 93

Comprensorio  

Per effetto dell’ampliamento disposto con Legge Regionale n. 4 del 25/01/1990 e successivo Decreto n. 242 del 07/05/1990 del Presidente della Giunta Regionale dell’Umbria, il comprensorio del Consorzio è stato esteso includendo la porzione terminale del bacino idrografico del Chiani ed il bacino del Paglia.
Una recente modifica nella parte toscana ha escluso dal comprensorio consortile il bacino idrografico del torrente Montelungo.
L’attuale estensione del comprensorio è pari a 89.966 ettari, ricadenti per 75.650  in Umbria e per 14.316 ricadenti in Toscana.
Con l’entrata in vigore dello Statuto, approvato con deliberazione del Consiglio dei Delegati in data 22 giugno 1990, il Consorzio ha assunto la denominazione di “Consorzio per la Bonifica della Val di Chiana Romana e Val di Paglia”.
Le Province ed i Comuni rientranti parzialmente o per intero nel comprensorio consortile con le relative superfici consortili e comunali sono riportati nel seguente prospetto.


Tab. n° 1 – Ripartizione amministrativa della superficie consortile

Comuni / ProvinceSup. consortile (ha)Sup.comunale (ha)%
sul territorio
PROVINCIA DI SIENA:   
Cetona5.107,135.319,0096,02
Chianciano Terme865,583.652,0023,70
Chiusi1.283,745.806,0022,11
Montepulciano486,1116.558,002,94
Pienza22,1512.253,000,18
S.Casciano Bagni2.409,709.186,0026,23
Sarteano4.141,598.527,0048,57
Totale Provincia (SI)14.316,0061.301,0023,35
PROVINCIA DI PERUGIA:   
Città della Pieve11.135,8611.135,86100,00
Totale Provincia (PG)11.135,8611.135,86100,00
PROVINCIA DI TERNI:   
Allerona8.220,828.220,82100,00
Castel Giorgio4.235,334.235,33100,00
Castel Viscardo2.625,432.625,43100,00
Fabro3.433,153.433,15100,00
Ficulle6.479,906.479,90100,00
Montegabbione5.121,465.121,46100,00
Monteleone d’Orvieto2.385,572.385,57100,00
Orvieto26.669,5228.116,0094,86
Parrano3.988,623.988,62100,00
Porano1.354,361.354,36100,00
Totale Provincia (TR)64.514,1665.960,6497,81
TOTALE GENERALE89.966,02138397,5065,00

Graf. n° 1 – Ripartizione territoriale del comprensorio (provincia/comune)

Il perimetro del comprensorio consorziale è delimitato a nord-est dalla strada Chianciano Terme – Val d’Orcia, fino al podere Casanuova; da qui  percorrendo la linea spartiacque  si collega in località “La Pedata” con la SS.146 che segue fino al bivio della strada provinciale per Cetona che segue per un tratto, per poi proseguire sul crinale del bacino idrografico del torrente Montelungo fino a Chiusi Scalo. Quindi segue il tratto arginato del suddetto corso d’acqua per raccordarsi in località il Collettore al confine del Comune di Città della Pieve che segue per tutto il suo sviluppo orientale fino a collegarsi con il confine del comune di Monteleone, dopo avere attraversato la SS.220 Pievaiola.
La parte est del comprensorio si sviluppa in coincidenza del confine comunale di Monteleone e poi di quello di Montegabbione, attraversa la strada provinciale del Pornello e si collega con il confine del comune di Parrano che segue fino al fiume Chiani; segue per un breve tratto il corso del fiume Chiani sino al confine del comune di Orvieto in loc. Bosco dell’Elmo, prosegue in coincidenza di tale confine per tutto il suo sviluppo orientale.
Nella parte meridionale, attraversa longitudinalmente il lago di Corbara, segue un tratto del fiume Tevere fino alla confluenza tra questi e il fiume Paglia; risale un breve tratto del Paglia ed in località Tordimonte riprende il confine amministrativo del comune di Orvieto fino ad innestarsi al confine del comune di Porano. La parte meridionale del comprensorio prosegue in coincidenza del confine tra la regione Lazio ed Umbria attraverso i confini comunali di Porano, Castel Giorgio e Castel Viscardo.
All’incrocio fra il confine dei comuni di Castel Viscardo ed Allerona segue un tratto del fiume Paglia risalendo in coincidenza del confine occidentale del comune di Allerona, sino al confine di regione. Ad ovest il perimetro si sviluppa in territorio toscano e, dopo l’abitato di S. Casciano Bagni, segue il crinale del monte di Cetona, riallacciandosi a nord alla strada Chianciano Terme – Val d’Orcia.

Il territorio sopra descritto fa parte del bacino idrografico  Chiani – Paglia,  tributario del fiume Tevere.

Inoltre del comprensorio consortile fa parte una modesta zona in Comune di Città della  Pieve, attraversata dal torrente Tresa, tributario del lago di Chiusi e quindi del fiume Arno.
           

IL TERRITORIO


Morfologia e geologia


Altimetricamente il territorio si sviluppa tra quota 100 m. s.l.m., a sud dove avviene la confluenza del sistema Paglia – Tevere, quota 1.148 m. s.l.m. del Monte Cetona ad Ovest e quota 853 m. s.l.m. del Montarale ad Est.
La quota media è di circa 400 m. s.l.m. , quindi compresa entro la fascia altimetrica collinare; la ripartizione della superficie del comprensorio in fasce altimetriche è evidenziata nel seguente grafico.

Graf. n° 2 – Ripartizione del territorio consortile per fasce altimetriche

Nella Val di Chiana, fino a Fabro Stazione, si ha un’ampia zona di pianura, costituita dalle alluvioni del T. Chiani, con quote variabili fra 240 e 260 m.s.l.m.
Il sistema collinare in destra idrografica, esteso fino alle pendici del M. Cetona, presenta una blanda morfologia, con pendenze non accentuate e corsi d’acqua con un discreto tratto vallivo in fase di sedimentazione. In sinistra le colline risultano  invece più acclivi, con forme talora anche aspre e sono incise da corsi d’acqua che scendono verso la vallata con elevate pendenze, erodendo i terreni attraversati.
Da Parrano fino a circa la confluenza con il Fiume Paglia, il Torrente Chiani attraversa con corso sinuoso le formazioni geologiche oligoceniche e mioceniche, entro le quali ha inciso un profondo ma ristretto solco vallivo.
La Val di Paglia si sviluppa da Monte Rubiaglio a Tordimonte,  circa 2 Km a valle della confluenza con il Fiume Tevere. La zona di pianura, compresa fra quota 100 e 160 m.s.l.m., è occupata dalle alluvioni del basso corso del Fiume Paglia e da quelle del Fiume Tevere, nella zona meridionale.
Le colline che bordano la vallata in destra hanno una modesta estensione areale essendo troncate dall’altopiano vulcanico; quelle in sinistra, a valle della confluenza Torrente Chiani, si estendono fino alle pendici del Monte Peglia con forme variabili, talora anche piuttosto acclivi. Mentre le colline a monte di detta confluenza si spingono fino allo spartiacque con il Torrente Chiani, la cui culminazione si colloca nel picco di Monte Nibbio (quota 570 m.s.l.m.).
L’evoluzione geomorfologica del territorio riflette la natura litologica dei terreni, la loro morfologia e le vicissitudini tettoniche cui sono stati sottoposti. Pertanto, in corrispondenza dei terreni più tenaci all’erosione (calcari e calcari marnosi), pur avendo zone morfologicamente rilevate e talora accidentate, queste risultano sostanzialmente stabili.
Ove invece affiorano depositi meno resistenti o maggiormente dislocati, si ha una maggiore propensione al dissesto.
Tipici esempi si riscontrano nella vallata del Fiume Paglia ove le argille sono intaccate da una estesa erosione calanchiva; in quella del torrente Chiani, ove il flysch arenaceo – marnoso è interessato da numerose frane; a sud di Allerona, ove i sedimenti caotici argillosi e marnosi sono oggetto di consistenti dissesti gravitativi.
Il territorio di pertinenza del Consorzio, nella sua zona mediana, presenta in affioramento sedimenti marini, lacustri ed in subordine continentali del pliocene e del pleistocene ( argille, sabbie e conglomerati), che in corrispondenza delle vallate del Fiume Paglia e del Fiume Chiani, sono celati da depositi alluvionali attuali e recenti, a tratti terrazzati, mentre nella zona di Sarteano sono ricoperti da una estesa e relativamente potente placca di travertino.
Ad oriente ed occidente, si hanno sedimenti oligocenici e miocenici, rappresentati dai depositi caotici argillosi e marnosi e dal flysch arenaceo – marnoso.
In corrispondenza delle culminazioni del Monte Cetona e del Monte Peglia, affiorano i terreni più antichi, riferibili al complesso carbonatico mesozoico della serie Tosco – Umbro – Sabina.
La porzione sud – occidentale del comprensorio è occupata dalle vulcaniti connesse ai fenomeni magmatici dei monti Vulsini, avvenuti nei pleistocene, che si sovrappongono ai più alti sedimenti pliocenici e pleistocenici. Trattasi di colate laviche e di depositi piroclastici, a vario grado di evoluzione, che danno luogo ad un vasto altopiano a quote comprese tra 400 e 600 metri s.l.m.
Nelle zone vallive, pianeggianti e sub pianeggianti, ove affiorano i depositi alluvionali e, parzialmente i detriti dei sedimenti pliocenici marini, si sviluppano suoli relativamente profondi, ad un avanzato stato di maturità. Questi sono caratterizzati da un’alta potenzialità agronomica, per proprietà granulometriche, giacitura e relativamente elevata permeabilità.
In media collina diventano più frequenti i regosuoli, a diverso grado di sviluppo in relazione allo stato di troncamento per erosione. La potenzialità agronomica degli stessi è variabile in relazione alla permeabilità, comunque inferiore rispetto ai precedenti.
Nella media e alta collina, ove affiorano sedimenti flyschoidi, si hanno suoli bruni calcarei troncati e rendzina a bassa potenzialità e permeabilità, che ne inibiscono parzialmente la utilizzazione agricola.
Sull’altopiano vulcanico si hanno principalmente suoli bruni abbastanza sviluppati all’altezza dei depositi piroclastici, caratterizzati da permeabilità media o bassa con buona potenzialità agronomica. Nella stessa area, limitatamente alle zone di affioramento delle lave si possono avere litosuoli a bassissima potenzialità agronomica, destinati per lo più ad attività silvo-pastorali.
Nelle fasce altimetriche più elevate, ove affiorano sedimenti carbonatici, si ritrovano suoli modestamente sviluppati, del tipo suoli rossi calcarei e litosuoli, a potenzialità molto bassa per lo più con vegetazione spontanea destinati anch’essi ad attività silvo-pastorali.

Idrografia


Il comprensorio, dal punto di vista idrografico, si suddivide in due distinti bacini: la Val di Chiana Romana e la Val di Paglia. La pianura della Val di Chiana di forma estremamente allungata e stretta con direzione da Nord a Sud, è solcata dal Fiume Chiani originato in Località Ponticelli dalla confluenza del Canale Chianetta nel Torrente Astrone.
Il Canale Chianetta è un corso d’acqua artificiale che inizia presso l’abitato di Chiusi Scalo al piede dell’argine di separazione tra la Val di Chiana toscana, tributaria dell’Arno e appunto la Val di Chiana Romana, tributaria del Tevere.
Il Torrente Astrone raccoglie le acque della parte più settentrionale del comprensorio ed origina dalle alte colline di Chianciano, Montepulciano e Sarteano.
I maggiori affluenti dell’Astrone sono i Torrenti Oriato, Maltaiolo, Bargnano e Piandisette-Matera, quest’ultimo con origine nel Monte Cetona.
Proseguendo verso valle si immettono nel Chiani, in sinistra idraulica e dopo un breve tratto vallivo, una serie di piccoli torrenti: Brecceto, Pompeo, Monache, Picchiarello, Macera, Santa Maria, Molinello e Colonna.
In destra poco significativi sono gli affluenti nel Chiani fino alla località di Fabro Scalo, vero nodo idraulico della Val di Chiana, dove il Chiani riceve i maggiori affluenti: in sinistra il Ripignolo, proveniente dal picco di Monterale, in destra i torrenti Argento, Fossalto e Grazzano-Noce.
La pianura della Val di Chiana, poco a valle del citato nodo idraulico, vede marcatamente accentuarsi la propria pendenza nel senso longitudinale, talché il Chiani assume caratteristiche torrentizie ed andamento tortuoso; le colline in destra e sinistra tendono ad avvicinarsi fino all’immissione del Chiani nella vallata di Orvieto dove sfocia nel Paglia.
In tale situazione morfologica gli affluenti del Chiani, sia in destra che in sinistra, non hanno praticamente un corso vallivo ed i più importanti sono: Torrente Sorre, Bagno, Migliare, Fosso dell’Elmo (i cui rami di formazione più alti originano dal Monte Peglia) Fosso Grande e Carcaione.
Anche la pianura della Val di Paglia ha una forma allungata e relativamente stretta; la direzione longitudinale è da Ovest a Sud/Est.
E’ solcata dall’omonimo corso d’acqua che origina dalle pendici del Monte Amiata e dopo un lungo corso pedemontano in territorio toscano e laziale entra in Umbria (Comune di Allerona) e poco dopo ha inizio il corso vallivo che dopo 15 Km. aggira la rupe di Orvieto, riceve il Chiani e confluisce nel Tevere.
I maggiori affluenti di sinistra del Paglia sono il Torrente Riotorto, il Fosso della Sala  e, molto importanti per gli effetti sulle portate e sul regime idraulico del Paglia, i Torrenti Rivarcale e Repuglie i cui bacini di formazione si estendono fino alle alture di Allerona.
In destra, da monte verso valle, si rilevano i modesti affluenti Fosso delle Prese e San Giovanni e successivamente gli importanti affluenti Romealla e Albergo La Nona provenienti dall’altopiano vulcanico dell’Alfina. Da ultimo il Fosso dell’Abbadia che attraversa l’abitato di Orvieto Scalo.
Per entrambi i bacini idrografici del Chiani e del Paglia oltre ai suddetti principali corsi d’acqua si devono aggiungere torrenti e fossi minori i cui molteplici ed estesi rami formano una complessa situazione idrogeologica che necessita di mirati e puntuali interventi regimatori che il Consorzio in parte ha già effettuato o ha in corso di esecuzione o sono oggetto di studio.
Rilevanti infine le problematiche manuntentorie, specialmente nella vallata del Chiani, della rete di scolo minore delle acque basse realizzata in gran parte dal Consorzio e che si sviluppa per decine di chilometri influenzando direttamente la coltivabilità e quindi le capacità produttive dei terreni agricoli.
Nella parte settentrionale del comprensorio, una modesta zona in Comune di Città della Pieve non è tributaria del Chiani ma del Lago di Chiusi e quindi ricadente nel Bacino principale dell’Arno.
Il principale corso d’acqua di tale zona è il Torrente Tresa, con i suoi due affluenti Moiano e Maranzano.

Il clima
La parte maggiore delle attività dell’uomo, in particolare quelle che si svolgono all’aperto sono condizionate dall’andamento climatico per cui non c’é dubbio che esiste un rapporto diretto tra alcune attività economiche ed il clima.
Temperature, precipitazioni atmosferiche e pressione sono i principali elementi costitutivi del clima; trascurando la trattazione della pressione atmosferica che serve soprattutto nel settore delle previsioni meteorologiche, può risultare interessante, per un inquadramento del clima presente nel comprensorio consortile, l’esposizione di alcuni dati delle registrazioni pluviometriche e termometriche.
Il regime delle precipitazioni dominante nel comprensorio può classificarsi del tipo sublitoraneo appenninico (con un massimo principale in autunno ed un massimo secondario in primavera) con tendenza, peraltro, ad avvicinarsi a quello intermedio fra il sublitoraneo appenninico e quello marittimo propriamente detto.
Nel comprensorio di bonifica vi sono numerose stazioni di rilevamento pluviometrico, funzionanti da molti decenni.  A partire dagli anni ’80, il Consorzio  ha installato e gestisce tre stazioni automatiche per il monitoraggio idrometeorologico del proprio comprensorio. Continuamente aggiornate e mantenute (ai sensi della Legge 3 agosto 1998, n. 267), tali stazioni risultano inserite nella rete di monitoraggio idrometeorologico in tempo reale della Regione Umbria .
(indirizzo internet:  http://sia.umbriaterritorio.it/portaleter/opncms/portale/index.html).
Recentemente il Consorzio ha acquisito tre nuove stazioni, potenziando così la sua attività di monitoraggio sull’area.
Le sei stazioni sono in grado di acquisire e trasmettere via radio alla centrale (posta presso la sede consortile di Chiusi Stazione) dati relativi alle seguenti grandezze fisiche:

  1. livello idrometrico(6 sensori);
  2. pioggia(3 sensori);
  3. temperatura(1 sensore);
  4. anemometria, per la direzione e velocità del vento (1 sensore).

Parallelamente, per le attività d’istituto e di supporto ai vari organismi di Protezione Civile in situazioni di rischio idraulico all’interno del comprensorio, il Consorzio ha recentemente acquisito un sistema automatico di allertamento basato sulla definizione di valori di soglia crescenti per tre livelli di criticità.
      Quanto sopra implementa la citata attività del Consorzio a servizio dei consorziati e delle istituzioni basata essenzialmente sulla capillare conoscenza del territorio e, soprattutto, delle caratteristiche del reticolo fluviale sia naturale che canalizzato.
Tutte le stazioni di rilevamento, denunciano per lo stesso evento  valori vicini tra loro sia per la quantità delle pioggie che per quanto riguarda il numero di giorni piovosi.
In linea generale i dati da esse forniti confermano le caratteristiche di irregolare distribuzione, proprie del citato regime sublitoraneo appenninico dominante nel bacino.
Di regola ad una prima fase di accentuata e sufficientemente regolare piovosità, che si estende dal gennaio al maggio inclusi, succede una fase di decisa scarsezza di precipitazioni che interessa il trimestre giugno-luglio-agosto ed, infine, tra settembre e dicembre, la fase di gran lunga più ricca di eventi pluviali.
Il mese più scarso risulta ovunque il luglio, con valore peraltro di poco inferiore all’agosto, mentre quello più abbondante risulta il novembre.
Di seguito si riportano le tabelle con i dati delle registrazioni effettuate nel periodo 1920 – 1996 nelle stazioni pluviometriche di Orvieto, Ficulle e Città della Pieve. Queste località si pongono, relativamente al comprensorio di bonifica, rispettivamente all’estremo meridionale, al centro e nella parte settentrionale.

Tab. 2  Dati sulle precipitazioni medie annuali  (mm/anno)

STAZIONEPERIODON. ANNIVALORI MEDIVALORI MINIMIVALORI MASSIMI
ORVIETO1921-199669827,93458,601434,10
FICULLE1921-199669922,67287,60 *1611,90
CITTA’ DELLA PIEVE1920-199653875,59593,401435,70

dato  affetto da incertezza per mancanza di parte dei dati mensili

Tab. 3 Dati sulle precipitazioni medie mensili (mm/mese)


STAZIONE
PERIODOANNIGENFEBMARAPRMAGGIULUGAGOSETOTTNOVDIC
ORVIETO1921-19966965,7975,2072,5567,7159,5550,3029,2938,9679,07100,36101,0388,81
FICULLE1921-19966979,8380,3073,6977,5873,4761,0534,9048,6388,60122,56121,8187,00
C.D.PIEVE1920-19965367,1372,2669,5976,4865,4261,9235,4748,4282,71102,10114,9884,26

Come si evince dai dati sopra riportati l’andamento delle precipitazioni, pur variando da stazione a stazione soprattutto per quanto concerne la stagione autunno-vernina, presenta caratteristiche abbastanza uniformi in tutto il bacino
Molto significativi sono i dati che riguardano le massime precipitazioni orarie, perché su di esse sono impostati gli studi che il Consorzio ha effettuato o ha in corso sulle opere di sistemazione dei corsi d’acqua e sulle opere di difesa per l’attenuazione del rischio idraulico.

Tab. 4  – Dati sulle precipitazioni estreme (mm)


STAZIONE
DURATA
1 ora3 ore6 ore12 ore24 oregiornaliera
CHIANCIANO60,00  (1942)78,00  (1965)95,40  (1965)119,60  (1965)138,40  (1965)123,60
(1965)
ORVIETO71,00  (1965)123,60  (1946)124,00  (1946)158,00  (1960)198,60  (1965)174,60
(1965)
CETONA     310,00
(1937)
CITTA’ DELLA PIEVE     270,00
(1937)
FICULLE     237,50
(1960)
MONTEGABBIONE     201,00
(1960)
SAN CASCIANO     298,50
(1937)

Graf. n° 3 – Andamento delle precipitazioni medie mensili

Per completare l’esposizione sui dati climatici si riportano di seguito i valori delle registrazioni termometriche dal 1998 al 1999 della stazione di Santa Maria aggregati come medie mensili per anno (Tab.4) e come medie, minimi e massimimensili per tutto il periodo di dodici anni considerato (Tab.5).

I valori termometrici sopra esposti derivano da un periodo di osservazione di 12 anni (1988-99)

Tab. 5 – Temperature medie mensili (stazione di Santa Maria)

ANNOGENFEBMARAPRMAGGIULUGAGOSETOTTNOVDIC
19886,805,507,1511,2516,0119,6222,8322,3217,3615,225,894,49
19895,318,039,9010,8014,0917,2620,7320,9416,8910,818,064,54
19905,167,869,149,7615,5819,0422,6921,1617,6915,408,624,66
19913,753,259,418,7511,3218,1022,0522,3619,0011,807,560,87
19923,164,087,3411,3116,0817,2120,7422,6817,9214,109,945,10
19933,882,185,1810,8516,0719,5319,4322,8717,7114,167,175,76
19944,674,809,899,9515,8218,5822,9324,3518,5312,709,495,62
19953,616,856,4310,1814,7317,1122,7520,1115,9912,876,826,54
19965,603,506,3310,9815,1919,3520,8420,6214,7812,089,474,22
19975,266,368,478,7915,9219,7320,9121,2718,6713,129,205,73
19985,055,676,9611,3815,4419,8422,8523,0517,5913,097,132,57
19993,222,927,4410,7917,0719,5821,3422,9118,8113,717,285,22
20002,405,308,4012,3017,4020,1020,5022,8017,9014,009,906,70
20016,905,4011,5010,2016,8019,4022,0023,5015,7015.407,802,90

Tab. 6-Temperature medie mensili (stazione di Santa Maria)

 GENFEBMARAPRMAGGIULUGAGOSETOTTNOVDIC
MEDIA4.635.128.1110.5215.5418.8921.6122.2117.4713.468.174.64
MASSIMO6.908.0311.5012.3017.4020.1022.9324.3519.0015.409.946.70
MINIMO2.402.185.188.7511.3217.1119.4320.1114.7810.815.890.87

Anche per le temperature, come per le precipitazioni, l’andamento dei valori registrati presenta caratteristiche abbastanza uniformi in tutto il bacino.

Graf. n° 4 – Andamento delle temperature (stazione di Santa Maria)

Il quadro socioeconomico del comprensorio consortile

Inquadramento generale

Il comprensorio del Consorzio ha una forma allungata da Nord verso Sud, con estremi i due principali centri urbani, Chianciano ed Orvieto.

Lo sviluppo economico e l’assetto paesistico hanno risentito enormemente delle condizioni geomorfologiche del territorio.

Nelle zone medio e alto collinari fino agli anni ‘50/’60 la componente agricola era ancora molto estesa e diversificata: erano infatti presenti ampie porzioni di territorio mantenute a coltivazioni permamenti (oliveti e vigneti, seminativi arborati). Attualmente risultano praticamente scomparsi i seminativi arborati; i vigneti e gli oliveti sono significativamente presenti solo nelle zone sulle quali è possibile ottenere prodotti di alto valore qualitativo.

Dal punto di vista ambientale queste zone si sono spontaneamente rinaturalizzate in conseguenza dell’abbandono dei suoli agricoli; al contrario la parte valliva del comprensorio ha subito una profonda trasformazione nello sviluppo economico con riflessi nell’ambiente naturale. Tale trasformazione è il risultato del maggior grado di sicurezza a seguito dei massicci interventi di sistemazione idraulica effettuati in un territorio che ha subito, giova ricordarlo, catastrofiche alluvioni nel 1960 e nel 1965.

L’agricoltura in pianura è diventata intensiva e molto più omogenea con prevalenza di grossi appezzamenti.

L’incremento demografico dei centri urbani ubicati in pianura è stato consistentecon sviluppo anche di attività artigianali e industriali.

Per la sua ubicazione baricentrica la pianura del comprensorio è attraversata dalle maggiori infrastrutture di comunicazionea livello nazionale:

  • la linea ferroviaria Roma – Firenze;
  • la linea ferroviaria direttissima Roma – Firenze;
  • l’Autostrada del Sole A1 Milano – Napoli;
  • il metanodotto mediterraneo;
  • la Strada Statale n.71 Umbro Casentinese.

Gli insediamenti urbani e produttivi partendo da Sud verso Nord si possono suddividere nei quattro ambiti geografici di seguito descritti.

L’orvietanoè un contesto territoriale con centro principale la città di Orvieto, la cui immagine a livello nazionale e internazionale si va sempre più rafforzando e che, per il cospicuo patrimonio di risorse storiche e culturali, ha nel turismo il principale volano economico.

Attorno a Orvieto, in destra e sinistra del fiume Paglia, vi sono piccoli centri isolati (Porano, Castel Giorgio, Castel Viscardo e Allerona) di cui è evidente la matrice storica, che è stata nel tempo sostituita dal ruolo legato al sistema autostradale e ferroviario (scali e caselli). Nella pianura, lungo gli assi viari, si è formata una buona rete di attività artigianale ed industriale (Ciconia e Bardano in Comune di Orvieto, Le Prese in Comune di Castel Viscardo).

L’agricoltura ruota sostanzialmente attorno alla produzione di vini D.O.C., anche se non mancano aziende importanti che hanno nella coltura intensiva di cereali e tabacco la loro principale attività, in particolare nelle aree di pianura adiacenti ai fiumi Paglia e Chiani.

L’alto orvietanosi caratterizza per la presenza di piccoli Comuni alto collinari (Ficulle, Parrano, Monteleone, Montegabbione) ad elevato grado di marginalità e contraddistinti da consistenti fenomeni di “malessere demografico” e da un quadro economico di “deruralizzazione” non compensata da altre attività nel terziario. Fa eccezione il Comune di Fabro dove attorno al casello autostradale e allo scalo ferroviario si è sviluppata una discreta realtà di attività produttive.

L’insediamento di Fabro Scalo è diventato, di fatto, il centro di riferimento di tutta l’area dell’alto orvietano ed ha visto conseguentemente aumentare sensibilmente il numero di residenti.

L’ambito territoriale di Città della Pievesi compone di tre insediamenti in pianura (Po’ Bandino, Moiano e Ponticelli) nonché del centro storico di Città della Pieve che rappresenta, tra l’altro, il polo di scambio tra il Trasimeno e l’Orvietano. Il ruolo di Città della Pieve è quello di un ambito territoriale a vocazione prevalentemente turistica in parte legata all’ambiente (agricolo) ed in parte legata alla realtà del lago. Non secondari dal punto di vista economico gli insediamenti artigianali intorno agli abitati di Ponticelli e Po’ Bandino.

L’ambito dei Comuni del senese(Chianciano, Chiusi, Sarteano, Cetona e San Casciano dei Bagni) è costituito da centri disposti “a corona” lungo il margine nord-occidentale del comprensorio di bonifica della Val di Chiana Romana. Sarteano, Cetona e San Casciano dei Bagni sono dei centri storici tra i più significativi della bassa Toscana. Tra le attività economiche quella prevalente è la turistica ed anche l’agricola (molte volte legate insieme) in un contesto ad elevato valore ambientale e paesaggistico. Chianciano, ovviamente, vuol dire turismo termale, ma l’influenza socio-economico per la Val di Chiana Romana è minima per l’ubicazione del centro urbano al confine settentrionale dellavallata. Invece l’abitato di Chiusi, e particolarmente il nucleo urbano di Chiusi Scalo, fanno parte pienamente della storia e dell’economia della Val di Chiana Romana.

Lo sviluppo residenziale e quello economico, compresa la piccola area industriale delle Biffe, sono conseguenti all’importanza dello scalo ferroviario ed alla costruzione negli anni ’80 della linea ferroviaria direttissima Firenze-Roma.